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Fotografia pubblicitaria

Digital art e retorica visiva: Sineddoche

By 26 Novembre 2017 Marzo 12th, 2019 No Comments

Anche oggi vi parlo degli strumenti semantici di cui un digital artist può dotarsi nella realizzazione di un artwork. Dopo metafora, iperbole e personificazione, tratteremo la sineddoche, che è una figura retorica un attimino più complessa, ma che dà anche molte più possibilità creative.

 

La sineddoche è la figura retorica della sostituzione. Consiste nel sostituire un termine con un altro che ha con il primo una relazione di quantità. Le sostituzioni che troviamo possono essere mediante l’utilizzo di una parte per intendere un tutto (o viceversa), il genere per la specie, il singolare per il plurale (e viceversa), un numero determinato per uno indeterminato (e viceversa).

 

Essa può essere un espediente creativo molto efficace e ricco di spunti per un digital artist, ma proviamo prima a capire bene di che stiamo parlando perché individuare o creare una sineddoche può sembrare abbastanza contorto, anche se non è così. Proviamo a schematizzare i vari tipi di sineddoche sopra elencati facendone qualche esempio:

– parte per il tutto: “molte teste” intendendo “molte persone”;

– tutto per la parte: “gli americani” intendendo “gli statunitensi”;

– il genere per la specie: “il tuo animale” intendendo “il tuo cane”;

– il singolare per il plurale: “il tedesco è preciso”;

– il plurale per il singolare: “mi cala la palpebra”;

– il numero determinato per l’indeterminato: “campa cent’anni!”;

– numero indeterminato per determinato: “ho bevuto innumerevoli birre”.

 

Un digital artist che voglia usare la sineddoche quindi, avrà solo l’imbarazzo della scelta. Proverò ora ad analizzare delle immagini che utilizzano questa figura retorica: si tratta in questo caso di un’immagine singola nel primo esempio, e di una serie di immagini afferenti tutti alla stessa campagna promozionale nel secondo.

 

Esempio n°1

 

Guardiamo l’immagine: il prodotto pubblicizzato è un succo di frutta, ma questo compare solo in un angolo della foto. Per il resto, a essere rappresentati sono i frutti rossi che sono utilizzati in questo determinato frutto. L’effetto della sineddoche, che sostituisce la rappresentazione del tutto con quella delle singole parti che lo compongono, è amplificato dalla disposizione della frutta: l’agenzia pubblicitaria che ha realizzato questo lavoro le ha disposte a spirale così da ricordare il movimento di un frullatore, come a voler rendere nella stessa foto non solo l’idea della somma delle parti, ma anche del processo che si verifica per ottenerla.

 

Esempio n°2

 

Si tratta, mi pare evidente, di una campagna pubblicitaria. Il prodotto pubblicizzato è un  bioparco tematico, il cui tema è il Madagascar. L’agenzia pubblicitaria ha deciso di utilizzare come tema della campagna animali tipici e facilmente associabili al paese per generare un messaggio che inviti a “provare” il nuovo parco. Gli animali scelti, tipici dell’habitat del Madagascar, sono un lemure, un pellicano e un fenicottero. E’ stato scelto di non rappresentarli per intero, ma soltanto in parte: la coda per il lemure, la zampa per il fenicottero e il becco per il pellicano. La scelta è legata proprio alla volontà di esprimere con una sineddoche il messaggio; nelle foto infatti i messaggi comunicativi recitano rispettivamente: “Muovi la coda, vieni in Madagascar”, “Metti lo zampino”, “Metti il becco in Madagascar”. Le tre espressioni sono, naturalmente, un invito a visitare non il Madagascar, ma il bioparco che è ambientato sul questo tema. È proprio la sineddoche a suggerircelo: dando l’idea di mettere solo una parte del corpo in un posto, la campagna allude a un posto che è facilmente raggiungibile perché fisicamente vicino al luogo in cui ci troviamo, e quindi di certo non il Madagascar!

 

Anche oggi vi ho spiegato qualche piccolo trucchetto retorico: spesso pensiamo  che una campagna pubblicitaria sia geniale perché colpisce la nostra attenzione, ci pare originale e stravagante e in alcuni casi lo è. In molti altri però, nella maggioranza, si tratta di uno studio teorico molto rigoroso, che lascia veramente poco spazio all’idea di genio che ce ne facciamo!