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Fotografia pubblicitaria

Digital art e retorica visiva: Iperbole

By 26 Novembre 2017 Marzo 12th, 2019 No Comments

Continuando il nostro approfondimento del mondo delle figure retoriche nella pubblicità, oggi vorrei parlarvi meglio dell’iperbole. Dopo un’introduzione generale e un articolo specifico sulla metafora, oggi tratteremo della figura retorica dell’esagerazione.

L’iperbole è proprio questo: l’esagerazione, nel discorso, di una delle caratteristiche dell’oggetto di cui stiamo parlando. La usiamo tutti i giorni senza accorgercene, anche in espressioni quotidiane.

Distinguiamo, in genere, tra iperbole per eccesso: “Non voglio bere mai più” oppure: “Ho girato tutta Napoli per trovare quelle scarpe”, e iperbole per difetto: “Arrivo in un attimo”, “Facciamo due passi”.

 

“Voglio una vita che non è mai tardi, di quelle che non dormi mai”, è un’iperbole. Stiamo parlando di qualcosa di talmente comune che, una volta capito come si fa, riconoscerlo è un gioco da ragazzi. È evidente che anche in pubblicità sia molto utilizzata, come lo è in generale nel campo pubblicitario. Quando si vuole invogliare qualcuno ad acquistare un prodotto o della bontà di qualcosa, è sempre utile esaltarne alcune caratteristiche e, talvolta, farlo fino all’esagerazione.

Come può una foto rendere un’idea del genere? È presto detto: in questo articolo vi proporrò due esempi e li decodificheremo insieme.

 

Esempio n°1.

 

 

Analizziamo questa campagna.

Si tratta della pubblicità di un nuovo modello di auto di una nota marca.

L’auto è mostrata nel suo contesto perché è su strada e le strisce di segnaletica orizzontale sulla strada, essendo mosse, ci dicono che è in movimento, l’oggetto è dunque mostrato nel suo utilizzo normale. Nell’immagine però c’è qualcos’altro. Oltre alla macchina e alla strada, ci sono anche due fasci di luce che hanno una forma particolare. Un osservatore attento capisce al primo colpo d’occhio che si tratta della luce emessa dai fari dell’auto.

Avete capito perché stiamo parlando di un’iperbole? Non serve una laurea in fisica per interpretare l’immagine: la luce dei fari è posizionata dietro l’auto, come se la macchina della pubblicità l’avesse superata. Abbiamo qui una campagna pubblicitaria iperbolica che ci sta esaltando un aspetto specifico: la velocità del nuovo modello di auto che, addirittura, riesce a essere maggiore di quella della luce dei suoi fari: quest’auto è più veloce della luce!

 

Esempio n°2

 

 

Cosa è pubblicizzato in questo cartellone? Un dentifricio.

A differenza dell’esempio precedente, in questa foto non abbiamo in primo piano l’oggetto dell’attenzione, ma un modello. L’attore ritratto non sta nemmeno utilizzando il prodotto o meglio, non è mostrato in una situazione di “normale utilizzo” del prodotto. Da un modello che pubblicizza un dentifricio ti aspetteresti che si stia lavando i denti, o che sorrida, o che addenti una mela: sono queste le immagini comunemente più utilizzate in questo tipo di pubblicità. Questo tipo di immagine rompe questo schema, e lo fa proprio attraverso un’iperbole. Il modello sembra stare strappando con i denti il pannello dello spazio pubblicitario su cui è posto il manifesto che lo ritrae. In pratica, quest’uomo, con la sola forza dei denti, riesce a tirare a sé e piegare un pannello gigante come quelli pubblicitari, senza subirne alcun danno. È evidente la caratteristica che questa pubblicità vuole esaltare: se utilizzerete questo dentifricio avrete una dentatura così forte che potreste strappare con i denti qualunque cosa!

Qui l’iperbole, a differenza del precedente esempio, è anche spiegata nella breve frase impressa sotto l’immagine del dentifricio: “Build strong teeth”, ma è una specificazione anche superflua visto che il messaggio è molto chiaro.

 

Concludo questo approfondimento sull’iperbole nella pubblicità, ribadendo ancora una volta una mia idea incrollabile: quando si ha la capacità di utilizzare in maniera intelligente tutti gli strumenti retorici che abbiamo a disposizione, il linguaggio che la campagna pubblicitaria rappresenta è  in grado di affrontare qualunque tipo di sfida comunicativa.